Monday, January 16, 2006
POESIE 1. La nave, il mare, la solitudine...
Sfilano davanti a me
quelle luci inghiottite
dal nero del mare, dal nero del cielo.
Cantai l'amore e le genti,
le loro passioni, le loro speranze;
di cantare l'amore non mi stanco.
I ricordi sono orme leggere sulla sabbia
che l'onda si porta via...
Sono rimasto fanciullo
in questa pelle rugosa
e quella nave che passa
si porta i miei sogni lontano,
in quell'isola "che non c'è".
Oh! Avrei voluto cose diverse,
avrei voluto, si!, diversa la vita
e su quella nave viaggiare.
Non presi quando c'era da prendere,
rifiutai quando non era da rifiutare,
parlai quando dovevo tacere,
tacqui quando dovevo parlare;
viaggerò con quelle luci sempre più lontane,
questa notte che non posso averti,
questa notte che vorrei averti.
Forse canterò ancora delle genti,
delle loro passioni, delle loro speranze,
certo canterò ancora l'amore,
con questa radio che stanotte
le sue canzoni mi pianta nel petto.
Sogno Venezia e le canzoni viandanti
(queste parole che tu sola puoi capire).
I sogni sono nebbia impalpabile
che si dissolve nella luce del mattino.
Oh! Ho avuto più di tanti,
ho conosciuto occhi e labbra e piazze,
passioni, cinquecentomila bandiere,
un milione di eguali in SanGiovanni,l
'amore preso e l'amore dato;
non è mai bastato a dare certezze ai miei dubbi.
Le luci sono ormai scomparse,
inghiottite da quel nero
che inghiotte anche me,
in questa notteche mi pianta le sue canzoni nel petto,
a confondere ricordi e speranze,
a farmi viaggiare indietro e avanti nel tempo,
a farmi cantare l'amore ed i sogni.
by Omar
l l l
quelle luci inghiottite
dal nero del mare, dal nero del cielo.
Cantai l'amore e le genti,
le loro passioni, le loro speranze;
di cantare l'amore non mi stanco.
I ricordi sono orme leggere sulla sabbia
che l'onda si porta via...
Sono rimasto fanciullo
in questa pelle rugosa
e quella nave che passa
si porta i miei sogni lontano,
in quell'isola "che non c'è".
Oh! Avrei voluto cose diverse,
avrei voluto, si!, diversa la vita
e su quella nave viaggiare.
Non presi quando c'era da prendere,
rifiutai quando non era da rifiutare,
parlai quando dovevo tacere,
tacqui quando dovevo parlare;
viaggerò con quelle luci sempre più lontane,
questa notte che non posso averti,
questa notte che vorrei averti.
Forse canterò ancora delle genti,
delle loro passioni, delle loro speranze,
certo canterò ancora l'amore,
con questa radio che stanotte
le sue canzoni mi pianta nel petto.
Sogno Venezia e le canzoni viandanti
(queste parole che tu sola puoi capire).
I sogni sono nebbia impalpabile
che si dissolve nella luce del mattino.
Oh! Ho avuto più di tanti,
ho conosciuto occhi e labbra e piazze,
passioni, cinquecentomila bandiere,
un milione di eguali in SanGiovanni,l
'amore preso e l'amore dato;
non è mai bastato a dare certezze ai miei dubbi.
Le luci sono ormai scomparse,
inghiottite da quel nero
che inghiotte anche me,
in questa notteche mi pianta le sue canzoni nel petto,
a confondere ricordi e speranze,
a farmi viaggiare indietro e avanti nel tempo,
a farmi cantare l'amore ed i sogni.
by Omar
l l l
Solo nella mia stanza
Sono salito sulla giunca cinese.
Sono salito sulla giunca cinese.
Ho attraversato tutti i mari
Ed ho toccato tutti i porti.
Il vento gonfiava la vela
Di giunchi intrecciati.
Avrei voluto che il vento
Non cessasse più di soffiare,
Per non ritrovarmi,
Ancora una volta,................................................................
..................................................Solo nella mia stanza.
.
by Omar
.
.
l l l
.
.
.
Eran le rocce di Acapulco
ad esser sognate,
al di là dei nomi e dei volti.
Era l'immagine di me
riflessa nel vetro che cercava in due occhi
la compiacenza di esser felice.
ad esser sognate,
al di là dei nomi e dei volti.
Era l'immagine di me
riflessa nel vetro che cercava in due occhi
la compiacenza di esser felice.
.
Fuggii:
Fuggii:
fuggir per cosa?
.
Erano i deserti di Libia
ad esser sognati
da quel letto di Acapulco;
poi fu un nome di donna
ed ancora mari e genti.
ad esser sognati
da quel letto di Acapulco;
poi fu un nome di donna
ed ancora mari e genti.
.
Più in là trovavo sempre qualcosa:
era la ricerca di uno specchio
che riflettesse l'immagine dritta,
era il fiume di corallo
dei sogni di tutti,
più in là ancora era il serpente,
un nome ed altri occhi.
Più in là trovavo sempre qualcosa:
era la ricerca di uno specchio
che riflettesse l'immagine dritta,
era il fiume di corallo
dei sogni di tutti,
più in là ancora era il serpente,
un nome ed altri occhi.
.
Sotto la spinta invisibile
potevo, avrei potuto, conoscere,
uno ad uno, tutti i miei simili:
ma scalare montagne e picchi
diviene ogni volta più faticoso.
Sotto la spinta invisibile
potevo, avrei potuto, conoscere,
uno ad uno, tutti i miei simili:
ma scalare montagne e picchi
diviene ogni volta più faticoso.
.
Mi tenni tutto per me,
senza ad altri mostrarmi mai;
eppure sentivo i piedi voler camminare;
all'alba iniziava il tormento,
al tramonto finiva.
Mi tenni tutto per me,
senza ad altri mostrarmi mai;
eppure sentivo i piedi voler camminare;
all'alba iniziava il tormento,
al tramonto finiva.
.
La notte tornavo ai luoghi,
ai nomi ed agli occhi,
il deserto e il mare,
tante piccole isole e neve bianca,
Parlare da una stella, avrei dovuto,
ma come si arriva lassù?
La notte tornavo ai luoghi,
ai nomi ed agli occhi,
il deserto e il mare,
tante piccole isole e neve bianca,
Parlare da una stella, avrei dovuto,
ma come si arriva lassù?
.
Mi mancò la spiegazione,
mi mancò il coraggio,
non quello di vivere,
quello ce l'ho, vivo per vivere,
l'altro, quello di morire.
Mi mancò la spiegazione,
mi mancò il coraggio,
non quello di vivere,
quello ce l'ho, vivo per vivere,
l'altro, quello di morire.
.
E' saper di tutti dover morire,
ma non era nei miei sogni,
né ad Acapulco, né in Libia,
né in un nome, né in due occhi.
E' saper di tutti dover morire,
ma non era nei miei sogni,
né ad Acapulco, né in Libia,
né in un nome, né in due occhi.
.
Morire lo lascio alla realtà,
lasciatemi sognare la vita.
Morire lo lascio alla realtà,
lasciatemi sognare la vita.
.
by Omar
.
.
.
.
.
.
5 6 5.
.
.
.
Feci un' immantenibile promessa all' uomo- ragazzo,
prima di riprendere il sogno di sempre,
fermandomi solo a Kuala Lampur
per adorare quel dio di pace che noi non temiamo.
.
I crisantemi ingialliti mi portarono
ad essere una stilla d' acqua
rifrangente i colori e gli odori degli amici.
.
Nel quadro strano del pittore del gruppo,
riconobbi il mio naso e la mia bocca,
ne uscì un suono di uomo perduto,
cercato sotto gli archi dei ponti ed i vicoli bui.
.
Infiniti e susseguenti divennero i tentativi
di donare il benessere sociale,
in nome di Carlo, come in nome di Dio,
mentre la solitudine ci abbracciava sempre di più l' animo.
.
Io continuavo a camminare,
le suole delle scarpe incollate
alla moquette del salotto buono,
ma non per questo meno vagabondo;
giunto al paese dove tutto è grande due volte,
guardai il mondo dall' alto dell'Empire State Building:
Sam, piccolo e grasso, sorrideva benigno.
.
Dove vai, dove vai uomo-ragazzo, dove vai?
Guardi, osservi ogni cosa nuova stupito, rapito, incantato;
hai mai sentito parlare degli uomini rossi?
Hai mai udito i canti dei poveri negri?
.
Gli unici regali di cui si prese conoscienza
sono stati quelli che ognuno ha fatto a se stesso.
.
Cercai di affogare in una palude sempre più grande
cercando di avvicinare l' unico traguardo,
ma la corsa non fu possibile lasciarla a metà,
realtà infinite; indefinibili erano i passi sicuri per cercare la via.
.
A quanti appigli si può aggrappare una mano;
resistere alla tentazione del vuoto, dell' infinito, è più difficile.
.
Fantastico fu il nome che le detti,
l' illusione mi perveniva dalle stelle, occhi bianchi,
dal rumore del mare e dal vento leggero,
l' animo, permeato di ciò, urlava si ad ognuno.
.
Scomparvero le orme sulla sabbia
divorata dall'ordine intimo di dover sapere,
di dover servire, perchè facile è tirarsi indietro;
baciai dunque, di nuovo, i fiumi lunghi del viaggio,
per vedere le genti e nutrirmi di loro,
per vedere lì, davanti a me, senza perdere il senso del giusto,
per scoprire che dall' alto
avevo visto le miserie di casa nostra.
.
Riuscii a pensare ancora.
Cercarsi vuol dire vagare.
Rotolare i tetti rossi bagnati di pioggia.
Scavare la montagna del proprio animo,
fermandosi solo nella propria solitudine.
.
by Omar
.
.
.
* * *
.
.
.
Ho vagato cercando nel tempo
Alla ricerca di ciò che non avevo.
Ho vagato, cercando nel buio,
Sperando che il sole sorgesse.
Ho vagato pure quando il sole è sorto,
Ed ora è tornato, per me, il buio.
Ho vagato per cercare la libertà,
Che una volta avuta, ti accorgi di non possedere.
Sto vagando ancora, pur sapendo che mai
Troverò quello che neppure io so di volere.
.
by Omar
Sunday, January 15, 2006
POESIE 2. Brevi visioni...
Momenti, solo momenti,
la vita è fatta di momenti.
Viverli quegli attimi............................................................................................................................................................... ..Guardo i tuoi occhi
Vivere è bruciare ogni momento..................................................................................................... ............................Ed in me è la pace
by Omar .................................................................................................................................................................... ... .......... ......... by Omar
3;4
.
POCHE PAROLE PER UNA GRANDE GIOIA:
SONO FELICE CHE PIANGO. .............................
by Omar ...........................................................................................
.
.
.
.* * *
.
.
.
Ho cercato il silenzio in valli profonde
Ed alti colli boschivi.
Ho trovato, invece, cinguettar di uccelli,
Mormorii d'acqua e stormir di fronde.
.
by Omar
.
.
.
.
l l l
.
.
.
Magnifica notte d'estate.
Occhi di stelle che osservano.
Come sei piccolo, uomo
Nella tua grande fatica di vivere.
.
by Omar
.
.
.
.
.111.
.
.
..
Ero tra i fiori, in un giorno d'estate,
una pioggia feroce mi fece fuggire,
il vento gelido mi tagliò la carne.
Son tornato tra i fiori,
in un giorno di primavera
.
by Omar
Thursday, January 12, 2006
RACCONTO 1. Pillole di saggezza
Un giorno un giovane chiese al maestro: "Chi sono io?"
Il maestro rispose: "Ascolta questa storia. Un giorno, dalle mura di una città, verso il tramonto, in lontananza, sulla linea dell'orizzonte, si videro due persone che si abbracciavano.
- Sono un papà e una mamma-, pensò una bambina innocente.
-Sono due amanti-, pensò un uomo dal cuore torbido.
-Sono due amici che si incontrano dopo molti anni-, pensò un uomo solo.
-Sono due mercanti che hanno concluso un buon affare-, pensò un uomo avido di danaro.
-E' un padre che abbraccia il figlio tornato dalla guerra-, pensò una donna dall'animo tenero.
-E' una figlia che abbraccia il padre di ritorno da un viaggio-, pensò un uomo addolorato per la morte di una giovane figlia.
-Sono due innamorati-, pensò una ragazza che sognava l'amore.
-Sono due uomini che lottano all'ultimo sangue-, penso un assassino.
-Chissà perchè si abbracciano-, pensò un uomo dal cuore asciutto.
-Che bello vedere due persone che si abbracciano-, pensò un uomo di Dio.
Ogni pensiero, concluse il maestro, rivela a te stesso quello che sei. Esamina i tuoi pensieri: ti possono dire molte più cose su di te che ogni qualsiasi maestro."
Il maestro rispose: "Ascolta questa storia. Un giorno, dalle mura di una città, verso il tramonto, in lontananza, sulla linea dell'orizzonte, si videro due persone che si abbracciavano.
- Sono un papà e una mamma-, pensò una bambina innocente.
-Sono due amanti-, pensò un uomo dal cuore torbido.
-Sono due amici che si incontrano dopo molti anni-, pensò un uomo solo.
-Sono due mercanti che hanno concluso un buon affare-, pensò un uomo avido di danaro.
-E' un padre che abbraccia il figlio tornato dalla guerra-, pensò una donna dall'animo tenero.
-E' una figlia che abbraccia il padre di ritorno da un viaggio-, pensò un uomo addolorato per la morte di una giovane figlia.
-Sono due innamorati-, pensò una ragazza che sognava l'amore.
-Sono due uomini che lottano all'ultimo sangue-, penso un assassino.
-Chissà perchè si abbracciano-, pensò un uomo dal cuore asciutto.
-Che bello vedere due persone che si abbracciano-, pensò un uomo di Dio.
Ogni pensiero, concluse il maestro, rivela a te stesso quello che sei. Esamina i tuoi pensieri: ti possono dire molte più cose su di te che ogni qualsiasi maestro."
Da "Il libro degli esempi". GRIBAUDI Ediz.